lunedì 15 luglio 2019

Il dramma del Archeologia nel futuro

-il primo problema nasce dagli artisti come al solito, sono loro errore e orrore umano che si complicano la vita per primi e ci sbattono in faccia i problemi.-
Disse camminando avanti e indietro, intorno a quella cattedra piccola e vecchia che con le lavagne grigie sullo sfondo creavano l'immagine perfetta del professore.
Era alto, con la pelle di cuoio, sempre ben vestito ma fuori moda. Sembrava uscito da una capanna alle Maldive pronto per il party ma ancora preso da quello precedente.
-se un artista qualunque vuole fare l'artista la prima cosa che fa è creare l'opera, ma quanto deve durare nel Tempo questa opera? Se ci fosse una specie di apocalisse tecnologica quanto di questa opera rimane? Come si fa a trasmettere il proprio bagaglio culturale alle generazioni future?-
-Sì ma certe domande se le fa solo l'artista, per il resto ci cascano tutti: non vedono l'ora di mettersi in mostra per fare soldi facili come gli abbiam fatto vedere, e poi si incazzano che non c'è privacy, ma se ci han dato tutto loro e consapevolmente? Di cosa stiamo parlando?-
Risposi con tono di superiorità, sapevo di offendere le sue teorie, con cui per altro concordavo ma era brutto dire soltanto cazzo te ne frega?
Il professore mi guardava immobile sereno ma senza ridere esplicitamente; mi fece sentire un po' come un cane, la sua intelligenza era palpabile.
Si mise comodamente seduto dietro la cattedra con le mani avvolte sotto il mento. Mi finsi offeso e stizzito agguantai una sedia e mi accomodai rumorosamente davanti alla cattedra come se dovessi sostenere un esame.
-la tua intelligenza è migliorata da quando mi conosci- disse soddisfatto.
-é regredita per poter comunicare con la tua, mi hai stufato con le tue intrusioni nel mio cervello- Risposi io bello incazzato.
-ascoltavi solo te stesso ed i tuoi pensieri si sentivano dappertutto, eri diventato la radio dei telepati. Sono stato io a farti anche ascoltare... a comunicare. Adesso però senti tutto ed hai chiuso le porte, cosa pretendi se mi nascondo tra i tuoi pensieri e la tua coscienza? Molti hanno paura di te, ricordalo che per trovarti ho dovuto contattare molte persone in giro per la galassia cazzo!-
Effettivamente fino a sei mesi fa a me che cazzo me ne fotteva? Decisi di rilassarmi e creai una barriera mentalica in modo da insonorizzare la stanza. Nessuno nel Universo conosciuto poteva ascoltarci. Alcuni nel Universo non conosciuto si ma quello è un altro discorso.
Il Professore si rese immediatamente conto di ciò che succedeva e non fù sorpreso che qualcuno nel Universo non conosciuto non solo sentiva benissimo ogni loro pensiero, ma stava prendendo appunti. Quindi con immenso orgoglio mi iniziò a spiegare.

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