lunedì 15 luglio 2019

Il dramma del Archeologia del futuro part.3

In un attimo i suoi pensieri mi si presentano chiari. Non parlava più,  ma un incredibile discorso lunghissimo rra stato fatto e potevo analizzare tutta la sequenza di parole e di concetti che cronologicamente mi avevano completamente convinto. Se non avevo azzeccato un concetto potevo muovermi nel tempo e riascoltare e fermare ogni istante.  Ero padrone del tempo, un istante, un concetto, un idea complessa che era chiara nella mia mente come dopo anni di studi.
Ila mi guardava, sorrideva, come si sorride ai cani.
-tu hai fatto tutto questo? Quanto tempo è che sono seduto?-
-se fossero tre anni o tre minuti ti sentiresti meno idiota?-
-no....come hai fatto?-
-mentre eri occupato a non far sentire a nessuno quello che avevo da dirti, pur sapendo da principio che concordavi con me, ti ho esposto l'idea semplicemente con un pensiero e tu hai capito tutto, anche perché eri d'accordo con me e adesso mi dirai che dovevi fidarti subito senza dover subire una sconfitta. Sei lento.-
-quindi dobbiamo fare hardware che durano millenni o biologie in grado di conservare la conoscenza?-
-entrambe, cosa diventeremo sarà sicuramente la cosa più ovvia, é imprescindibile.-
-l'imprescindibilitá dell'ovvio.-
Seduti lì, per interminabili minuti di imbarazzante silenzio.
Il professore si alza e fa due passi verso la porta, si ferma e con le mani in tasca mi dice-pizza?-

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